Firenze il Chiostro dello Scalzo

 

Il Chiostro dello Scalzo un gioiello di Firenze

L’ingresso del palazzo, in Via Cavour, 69, è molto sobrio. L’edificio è separato dall’esterno da un piccolo atrio che funge da anticamera per i visitatori. Anticamente il chiostro era l’atrio della cappella della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista. Nel 1376 venne fondata la confraternita, detta anche dello Scalzo, perché il portatore della croce era solito andare scalzo durante le processioni. Il Chiostro, quindi, era uno spazio unico ed esclusivo per i confratelli.

Sopra l’ingresso si trova una lunetta in ceramica del XVI secolo, realizzata da Giovanni o Andrea della Robbia. Raffigura San Giovanni Battista, capo della confraternita, affiancato da due fratelli flagellanti, che si coprono il capo con cappucci mentre dirigono devotamente lo sguardo verso il loro santo protettore.

 

interno di chiostro rinascimentale

 

 

Un Chiostro fiorentino di Giuliano da Sangallo

Il chiostrino è forse dovuto al progetto di Giuliano da Sangallo. Qui si ripetono, infatti, nelle colonne e nelle cornici delle porte, gli stessi elementi che si trovano nel Cortile di Palazzo Gondi, opera certa del Sangallo. Le sue pareti furono dipinte con un ciclo di affreschi di Andrea del Sarto, che vi lavorò a intervalli tra il 1509 e il 1526. Si tratta della pittura di Andrea del Sarto influenzata dal dinamismo di Michelangelo e dal classicismo di Raffaello.

 

Firenze e Le Compagnie Religiose nel Cinquecento

Il Chiostro nacque in un contesto in cui sorsero e crebbero numerose confraternite a seguito del boom economico e culturale che Firenze stava attraversando tra il XIV e il XV secolo. La crescita economica di Firenze, la  cultura neoplatonica sponsorizzata da i Medici, vide  l’altra faccia della medaglia proprio in questi movimenti e confraternite spirituali dove si praticava la carità e la misericordia.

La Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista

La Compagnia dei Disciplinati, detta dello Scalzo,  effettuava processioni in cui alcuni fratelli si flagellavano, mentre altri, scalzi (di
lì il soprannome dello Scalzo, “degli scalzi”), portavano croci. La Confraternita ebbe la sede nei pressi delle case di Ottaviano de Medici, come ci informa il Vasari. Oggi resta ben poco di quell’antico complesso di case.

A poco a poco la confraternita acquisì un numero sempre maggiore di confratelli, potendo permettersi la costruzione di un oratorio ornato di pitture, affidate ad Andrea del Sarto. Soltanto alcune scene degli affreschi furono completate dal Franciabigio, quando Andrea era  impegnato  in Francia.  Nel XVIII secolo, a seguito delle riforme dei Lorena, gran parte del complesso architettonico venne demolito, ad eccezione del chiostro, che entrò a far parte dell’Accademia di Belle Arti. La confraternita fu chiusa nel 1785

 

Andrea del Sarto pittore moderno e contemplativo

Andrea del Sarto era un  pittore di punta a Firenze nel Cinquecento, molto attivo e sopra tutto, aggiornato sulle novità che venivano dalle più importanti scuole. Andrea era anche un animo profondamente spirituale. Era egli stesso un membro della Confraternita dello Scalzo. E’ documentata la sua attività come pittore e membro attivo, anche in altre Compagnie Laicali, tra queste, la Compagnia di San Sebastiano, detta  del Freccione e San Jacopo del Nicchio. Per questa Compagnia, dedicata all’assistenza dei bambini,  fece un dipinto, uno Stendardo processionale che oggi si conserva agli Uffizi, dedicato alla figura di San Jacopo e i fanciulli.

 

Andrea del Sarto, Stendardo di San Jacopo dei Fanciulli, Uffizi

 

Andrea del Sarto e gli  affreschi dello Scalzo

Gli affreschi a grisaglia realizzati da Andrea del Sarto e dal suo assistente Franciabigio tra il 1509-1526, con un totale di 16 immagini: 12 scene della vita di San Giovanni Battista e 4 rappresentazioni delle virtù, queste ultime concepite come se fossero sculture, Fede Speranza, Giustizia e Carità. Una particolarità è l’esecuzione dell’opera con l’elegante tecnica monocromatica, un chiaroscuro senza colori.

 

 

 

L’Affresco con la figura della Carità  è una immagine che mostra come Andrea del Sarto abbia capito e digerito i modelli vincenti degli artisti romani, come Jacopo Sansovino (Madonna Budapest) il cui modello è chiaramente  Michelangelo.

 

Lorenzo di Credi, Annunciazione. Fiesole

 

BATTESIMO DI CRISTO: prima scena dipinta da Andrea, come fosse una  pala d’altare. Gli angeli a sinistra sono ancora in stile quattrocentesco. Le fonti di questa prima parte dell’arte di Andrea sono modelli del ‘400 come il Battesimo del Ghirlandaio di Santa Maria Novella; echi dello stesso modello dipinto dal Verrocchio, oggi agli Uffizi e Lorenzo di Credi, con l’Annunciazione, oggi  a Fiesole ma originariamente dipinto per la cappella Scalzo.

 

Ciclo di Andrea del Sarto con Le Storia del Battista (1509-1526)

Le 12 scene con la vita del cugino di Gesù Cristo sono disposte in ordine cronologico (si svolgono in senso antiorario), sebbene l’intervento degli artisti non corrisponda al loro ordine.
Del Sarto sembra prendere a riferimento esempi pittorici conosciuti nell’ambito artistico fiorentino. In questo caso potrebbe essersi ispirato alla Predicazione del Battista di Domenico Ghirlandaio (ca. 1485-1490).

 

 

 

Al di là dei confronti stilistici tra Andrea del Sarto e l’atmosfera artistica di Roma e Firenze, il Chiostro dello Scalzo rimane un luogo unico a Firenze. Il nuovo ciclo ha ancora tante cose da raccontare. Simboli e significati nascondono profondi significati spirituali di riforma.

Vuoi fare un tour in questo luogo, visitare gli affreschi e sapere tutto sulla storia di questo monumento, scrivimi per avere maggiori informazioni.

Come Visitare il Chiostro dello Scalzo a Firenze

Il Chiostro è aperto dal lunedì alla domenica, 8:15- 13:30 con aperture straordinarie di pomeriggio. L’ingresso è gratuito.

 

Bibliografia

DOW, Douglas, N (2006). Confraternal Piety and Corporate Patronage: A reconstruction of the art
and oratory of the Company of San Giovanni Battista dello Scalzo, Florence. The Pennsylvania
State University: Pensilvania.
PISANI, Proto (2004). Il Chiostro dello Scalzo a Firenze. Studio e scuola di pittura. Sillabae Editore:
Firenze
POLO MUSEALE FIORENTINO (2009). Il Chiostro dello Scalzo  [Folleto informativo]. Sezione
Didattica del Polo Museale Fiorentino: Firenze
ZOPPI, Mariella e DONATI, Cristina (1997). Guida ai Chiostri e Cortili di Firenze. Alinea Editrice:
Firenze

Cerca

Contattami