Beato Angelico a Firenze maestro del Rinascimento

Dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026, Firenze celebra uno dei suoi figli più spirituali e visionari: Beato Angelico. La mostra Angelico, ospitata a Palazzo Strozzi e al Museo di San Marco, riunisce per la prima volta capolavori provenienti da tutto il mondo, in un’esperienza che fonde arte, fede e Rinascimento.

Beato Angelico tra arte e spiritualità

Frate domenicano, miniatore  e pittore sublime, Beato Angelico (Fra Giovanni da Fiesole) è una figura unica nella storia dell’arte. La sua capacità di coniugare profonda spiritualità e raffinatezza tecnica lo rende uno dei protagonisti assoluti del Quattrocento italiano.
Le sue opere parlano di silenzio, luce, armonia. Attraverso l’uso sapiente della luce, del colore, le sue immagini di Vergini e Madonne, sono preghiere visive.

 

Firenze tra gotico e Rinascimento

Il suo stile si forma nell’ambiente degli artisti del tardo gotico, come Gherardo Starnina, Lorenzo Monaco e Masolino da Panicale, per poi approdare, negli anni maturi, alla conquista della verità spaziale e della naturalezza dei volti, proprie della nuova figurazione rinascimentale creata da Masaccio. Il risultato sono capolavori di bellezza celestiale, che ancora oggi ci parlano con la forza della fede e l’eleganza della forma.

 

Madonna di Beato Angelico in un dettaglio. Opera del Museo americano di Detroit
Vergine, particolare, Museum Detroit

 

Beato Angelico la mostra imperdibile a  Firenze

La mostra è curata da Carl Brandon Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, con Stefano Casciu, direttore regionale dei Musei nazionali della Toscana, e Angelo Tartuferi, che gioca in casa: è stato infatti direttore del Museo di San Marco.
Frutto di quattro anni di lavoro, l’esposizione riunisce capolavori provenienti da prestigiosi musei e collezioni private di tutto il mondo, oltre che da chiese e istituzioni del territorio.

La mostra rappresenta un’occasione imperdibile per visitare Firenze e il Palazzo Strozzi. Un’opportunità per scoprire le opere più straordinarie di Beato Angelico, uno dei grandi maestri del Quattrocento italiano, e per comprendere come si forma una personalità così significativa nel panorama artistico di un’epoca delicata e cruciale per Firenze: il Rinascimento.

 

 

Beato Angelico, Giudizio Finale, Firenze.

 

Beato Angelico e van Eyck, un maestro di contaminazione

L’esposizione offrirà anche un confronto con altri artisti fiorentini come Masaccio, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia, e con maestri stranieri come Jan van Eyck. Sarà possibile ammirare opere disperse da secoli e pale d’altare ricomposte per la prima volta dopo centinaia di anni. Tra i restauri più rilevanti, spicca quello della Deposizione di Santa Trinita, conservata proprio al Museo di San Marco: un’opera con cui Beato Angelico rivoluzionò il modello della pala d’altare medievale.

 

Chi era Beato Angelico?

Nella storia dell’arte sono numerosi i pittori che erano anche religiosi. Beato Angelico fu un frate domenicano e, secondo la tradizione, anche un uomo profondamente santo. La Chiesa cattolica lo ha beatificato nel 1982 e Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono degli artisti.

Nato a Vicchio, un piccolo borgo nel Mugello, intorno al 1395, era forse orfano, anche se si ha notizia di una sorella e di un fratello, quest’ultimo anch’egli frate domenicano e miniatore.
Fra Giovanni da Fiesole, conosciuto oggi come Beato Angelico, iniziò come miniatore, ma si dedicò poi alla pittura per tutta la vita, restando sempre immerso nella spiritualità dell’Ordine domenicano. Le sue commissioni venivano infatti pagate direttamente al convento.

Fra Giovanni da Fiesole, tra Mugello e Firenze

Entrò giovanissimo nell’Ordine, scegliendo la vita monastica presso il convento di San Domenico a Fiesole. La sua carriera artistica si sviluppò, probabilmente, intorno alla bottega di Lorenzo Monaco, celebre artista e monaco camaldolese.
Immaginiamo Beato Angelico nella Firenze del primo Quattrocento, nel quartiere di San Michele Visdomini e Santa Maria degli Angeli, oggi alle spalle del Duomo e di Piazza Brunelleschi. Una delle prime opere identificate come sue dagli studiosi fu, in origine, attribuita proprio a Lorenzo Monaco.

 

Beato Angelico, Annunciazione, Museo del Prado

Beato Angelico pittore a Roma e i capolavori perduti

La sua formazione si svolse certamente a Firenze, ma l’artista lavorò anche a Roma, forse in due distinti viaggi. Nella capitale realizzò affreschi (oggi perduti) per Santa Maria sopra Minerva e Santa Maria Nuova,  collaborando per il cardinale fiorentino Alamanno Adimari.
Fu qui, probabilmente, che entrò in contatto con Gentile da Fabriano, pittore già attivo a Roma con Pisanello per Papa Martino V in San Giovanni in Laterano.

Tra Firenze e Roma le opere giovanili

Ricostruire il  percorso formativo di una artista come l’Angelico è molto arduo. Chissà come erano  gli affreschi realizzati da Beato Angelico per Santa Maria sopra Minerva? Quale bellezza abbiamo perduto. Ce li raccontano, tuttavia, alcuni disegni ad acquerello conservati in Vaticano, sono parte di un libro di meditazioni del cardinale Juan de Torquemada. Si tratta di un antenato del ben più famoso inquisitore.

Per Torquemada, l’Angelico eseguì anche un polittico con una Crocifissione (oggi a Cambridge), in cui compare il ritratto del cardinale con il suo stemma. Lo sportello laterale, oggi in collezione privata, raffigura invece Papa San Sisto, santo particolarmente venerato da Torquemada.

Beato Angelico e Masaccio due personalità a confronto

A Roma, prima del 1429 (anno della morte di Masaccio), lavorarono insieme anche altri due fiorentini: Masaccio e Masolino. Di questo periodo resta un dettaglio della pala d’altare eseguita per la chiesa di Santa Maria Maggiore (Santi Gerolamo e Giovanni Battista), oggi conservata alla National Gallery di Londra.

Visitare la mostra Beato Angelico a Firenze

Beato Angelico non è solo un artista, ma un ponte tra il divino e l’umano, capace di trasformare la pittura in preghiera.
Una visita ai suoi capolavori in mostra a Firenze non è solo un viaggio nell’arte, ma un’esperienza che tocca l’anima. I suoi dipinti conservano la precisione delle miniature medievali e la luce nuova del Rinascimento: un’eredità che continua a ispirare.

 

La mostra aprirà dal 26 settembre 2025 per maggiori informazioni e  biglietti, visita il sito di Palazzo Strozzi  

Se vuoi visitare la mostra con una visita guidata privata su Beato Angelico e il Rinascimento a Firenze, contattami 

Alfonso D’Orsi