Apre al pubblico nel museo delle Cappelle Medici di Firenze, la Stanza di Michelangelo a Firenze. E’ un piccolo ambiente sotterraneo della Sagrestia nuova nel complesso di San Lorenzo, rimasto nascosto fino a pochi anni fa. Per entrare nella stanza segreta, bisogna scendere una rampa direttamente dalla sala delle tombe dei Medici e si possono vedere disegni e bozzetti di Michelangelo rimasti sconosciuti per molti secoli.
La “Sagrestia Nuova” è una delle opere più celebri di Michelangelo Buonarroti. Michelangelo fu incaricato da Papa Leone X di progettare e realizzare questa cappella come parte di una serie di commissioni per la famiglia de’ Medici. Il progetto prevedeva anche la tomba per Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano, i due fratelli però non furono mai sepolti in queste tombe.
Michelangelo lavorò su questa struttura dal 1520 e il 1534. La cappella è un tesoro di bellezza, dedicata a due rampolli di casa Medici, Giuliano duca di Nemours (1516) e Lorenzo duca d’Urbino (1519) . Michelangelo realizzò una serie di sculture monumentali all’interno della Sagrestia Nuova per commemorare questi due uomini.
Michelangelo ed i simboli neoplatonici
Le due ” Tombe Medicee” rappresentano opere più significative di Michelangelo. Le sculture sono accompagnate da personificazioni del Giorno e della Notte e dall’ Alba e Crepuscolo, che simboleggiano nella visione neoplatonica, il passare del tempo che incombe sulla vita. Altri elementi carichi di simbolismo dell’ orfismo e pitagorismo, decorano il grande complesso di sculture.
Questa opera è un esempio straordinario del genio di Michelangelo come scultore e architetto e rappresenta uno dei tesori artistici più importanti della città di Firenze e del Rinascimento italiano. Oltre alle sculture effettivamente esistenti, erano previste anche quattro allegorie fluviali (i fiumi dell’Ade, o forse i fiumi sotto il dominio mediceo) distese ai piedi delle tombe, delle quali resta solo il modello del Dio fluviale a Casa Buonarroti.
Michelangelo perseguitato dai Medici
Dopo il 1527 la città di Firenze si ribellò al dominio mediceo, cacciando i Medici da Firenze. Michelangelo, nonostante fosse legato ai Medici non solo da rapporti lavorativi, fin dalla sua gioventù, si schierò platealmente con la fazione repubblicana, partecipando attivamente, come responsabile alle fortificazioni di Firenze, alle misure di difesa contro l’assedio dell’esercito dei Lanzichenecchi tra il 1529-1530.
Sconfitti i fiorentini, Michelangelo fuggì dalla città, secondo altri era nascosto a casa di un protettore. Venne perciò perseguitato dai Medici e dichiarato ribelle, ma si presentò spontaneamente alle autorità per evitare misure punitive più gravi. Il perdono di Clemente VII non si fece attendere, a patto che l’artista riprendesse immediatamente i lavori a San Lorenzo. Dove trascorse quel periodo di latitanza rimase un mistero per molto tempo. Oggi sappiamo che rimase nascosto in una camera sotterranea in San Lorenzo a Firenze.
La stanza segreta a Firenze, il nascondiglio di Michelangelo sotto le Cappelle Medici
Solo recentemente è stata scoperta una stanza segreta, una botola sotto le tombe medicee. Qui nel 1530 Michelangelo si sarebbe rifugiato per alcune settimane, fu un nascondiglio per sfuggire alla vendetta dei Medici. E sulle pareti del suo nascondiglio avrebbe realizzato incredibili disegni scoperti solo per caso sotto uno strato di intonaco, nel 1975 da Paolo Dal Poggetto, l’allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee a Firenze.
Le pareti di questa stanza sono coperte di schizzi, disegni che riprendono anche opere note dell’artista. Secondo alcuni studiosi tutti i disegni delle pareti sarebbero di mano dell’artista Buonarroti, mentre altri ritengono siano degli esercizi di suo collaboratori. Questa ipotesi non esclude, tuttavia, che tra questi disegni vi siano alcuni realizzati da Michelangelo.
Da novembre 2023 questo piccolo ambiente, accessibile dalla Sagrestia Nuova e contenente disegni a carboncino attribuiti a Buonarroti, sarà visitabile periodicamente da piccoli gruppi, con accesso contingentato.
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