Il Santo Sepolcro, ad esempio, ha affascinato generazioni di uomini: dai primi cavalieri crociati fino ai giorni nostri. Non tutti sanno, infatti, che non è necessario viaggiare fino a Gerusalemme per essere a contatto con le testimonianze di Cristo. In Italia, a Lucca esiste il vero ritratto di Cristo.
Segui le tracce dei Cavalieri Templari a Lucca e scopri reliquie uniche al mondo
A Lucca esiste la più antica immagine di Gesù crocifisso, il famoso Volto Santo di Lucca: una scultura lignea rarissima, la più antica conosciuta in Occidente, ma anche una reliquia che conteneva il sangue del Redentore. Un’opera d’arte e che ci racconta una storia meravigliosa ed affascinante.
Cavalieri Templari e Crociati hanno attraversato l’Italia per andare in Terra Santa e al loro ritorno hanno portato tesori e reliquie uniche al mondo. La Toscana è una terra che svela molti enigmi e dove si possono ammirare oggetti unici al mondo. A Lucca esistono tracce evidenti del passaggio dei Templari. Forse perché qui è arrivata la reliquia più importante per la Chiesa: il sangue di Cristo.
Il Volto Santo di Lucca è una Reliquia nella Reliquia. La scultura conteneva, all’epoca dell’arrivo a Lucca, due ampolle di vetro che contenevano del sangue. Era il sangue di Cristo? Se così fosse il Volto Santo di Lucca farebbe pensare ad una sorta di Santo Graal
Posta sulla via Francigena, la strada che collegava nel Medioevo la Francia a Gerusalemme, Lucca è la città che può svelare uno dei più affascinanti enigmi della storia, come vedere il volto di Dio. Forse per questo motivo la città Toscana offre numerosi luoghi pieni di testimonianze della presenza dei Templari e dei numerosi cavalieri crociati che hanno attraversato la Toscana.
La scultura miracolosa di Lucca è conservata nella Cattedrale di San Martino. Il volto Santo è un’antichissima scultura in legno di noce, anteriore all’XI secolo. Il Cristo più grande del naturale non è rappresentato morto, come siamo abituati noi, ma si rifà ad un’antica iconografia di un Cristo vivo. Solo le mani sono inchiodate alla croce e la figura veste un lungo abito annodato con una cintola
A Lucca si conserva il primo ritratto di Gesù, lo stesso volto che si torva impresso nella Sindone
L’aspetto più affascinante di questa scultura però non è solo la qualità artistica e rarità dell’opera d’arte ma in ciò che essa raffigura. La Croce di Lucca rappresenterebbe le fattezze reali di Cristo: un ritratto eseguito dal suo discepolo, Nicodemo. Gesù è qui un uomo dai tratti mediorientali, dalla barba fluente. Un volto quasi iconico ma che rivelerebbe, forse con maggiore fedeltà di qualsiasi altra testimonianza, il viso di Gesù. Proprio come la Sindone di Torino, la scultura oggi conservata a Lucca testimonia in concreto un fatto storico ed un’immagine irripetibile.
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Nicodemo, discepolo di Gesù è lo scultore del Volto Santo di Lucca
L’autore secondo la leggenda l’autore del crocefisso sarebbe Nicodemo. Una figura singolare che compare insieme a Giuseppe di Arimatea, entrambi discepoli di Gesù. Senza questi due personaggi tutta la parabola della Sepoltura e Resurrezione di Cristo avrebbe preso altre forme. Giuseppe chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Seguiamo le fonti
“Vi andò anche Nicodèmo e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto.
Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù”.
Il più antico ritratto di Gesù è stato realizzato dai suoi discepoli in Israele subito dopo la sua morte.
Secondo alcune fonti antiche e ufficiali, Nicodemo, citato tre volte nel Vangelo di Giovanni, sarebbe la figura chiave per capire la storia del corpo di Gesù crocifisso. Fonti successive a Giovanni, di natura più incerta e leggendaria, raccontano che Nicodemo sarebbe l’autore della prima e più autentica immagine di Dio. Gesù fu ritratto proprio da Nicodemo. Il volto del Cristo rimase impresso nella mente e nel cuore di questo discepolo segreto. La storia narra che Nicodemo fu privato dei suoi averi e flagellato per essere stato un discepolo e seguace del Nazareno, evitando la morte grazie all’intervento di Gamaliele, forse un dottore della legge, che lo ospitò nella sua dimora a Ramla ( Israele).
A Ramla Nicodemo scolpì il Volto Santo di Gesù. Un ritratto post mortem. Si tratta del crocifisso di Lucca?
Non possediamo notizie certe ma non abbiamo nemmeno altre sculture che potrebbero essere sovrapposte a quella di Lucca. La sacra Sindone è l’altra fonte per la Croce di Lucca. L’immagine impressa sulla Sindone è sovrapponibile alla scultura come se l’autore del crocifisso ligneo di Lucca fosse stato a conoscenza del sacro sudario di lino.
Il volto Santo di Lucca confermerebbe l’ipotesi di alcuni studiosi che già pochi anni dopo la morte di Gesù, alcuni suoi seguaci utilizzassero la sua immagine per venerazione. Non solo il volto di Gesù. Le fonti antiche parlano già della Sindone, ovvero, il Sudario, raccolto dal sepolcro dopo la Resurrezione che fu tenuto in gran segreto da Giuseppe d’Arimatea, seguace di Cristo e padrone della tomba usata per la sepoltura del crocefisso.
Il Volto Santo di Lucca è l’unica immagine originale di Gesù?
Chi può dirlo con esattezza. Seguendo sempre la leggenda, Nicodemo avrebbe affidato il Volto Santo a Isacar (Ysachaar), suo discepolo, ma sotto le persecuzioni di Traiano perdiamo qualsiasi traccia della statua. Esistono, però, altre fonti che ci raccontano di un crocifisso eseguito da Nicodemo. Si tratta delle vite di santi composta dal domenicano Jacopo da Varazze nella metà del XIII secolo in cui si cita il Crocifisso di Beirut, comunemente detto di Beirito. E’ un altro crocefisso ligneo medievale, forse coevo a quello di Lucca.
Altri personaggi legati alla storia dei Templari: Gamaliele d’Israele a Pisa
Il Nuovo Testamento lo presenta come un fariseo e un celebre dottore della legge. ( Atti degli Apostoli 5,34-39). Forse nipote di Nicodemo, forse maestro di San Paolo, secondo altre fonti ( Fozio I di Costantinopoli, detto il Grande 820 ca -893) Gamaliele fu poi battezzato cristiano proprio insieme a Nicodemo. Non sappiamo quasi più nulla di questi due protagonisti fino al V secolo d.C quando furono ritrovate le loro tombe. I loro resti furono trasportati in Occidente durante le crociate. Proprio in Toscana, a Pisa.
Il corpo di Nicodemo, discepolo di Cristo, è ancora sepolto nel Duomo di Pisa
Pisa diede un enorme contributo alla lotta contro gli infedeli partecipando alla prima Crociata in terra Santa, Molti cavalieri erano fiorentini e pisani. Questi ultimi chiesero ed ottennero dal patriarca di Gerusalemme, Daimberto, il permesso di trasportare a Pisa i corpi di alcuni santi. Tra questi vi erano Nicodemo e Gamaliele e furono seppelliti a Pisa. Si, all’interno del Duomo di Pisa si trovano proprio le ossa di Nicodemo.
Come arriva il Volto Santo a Lucca?
Arriva via mare, spinto dal vento, dalle onde ma anche da una miracolosa forza del destino.
Da Nicodemo a Gamaliele fino ad Isacar, il Volto Santo resta in Israele e poi cade nell’oblio della storia. Da questo punto inizia una scatola cinese di ipotesi e storie che si legano a miracoli, sogni ed angeli rivelatori. La scultura di Lucca è già una reliquia preziosa. Le fonti per raccontare questa storia si perdono nella notte dei tempi e l’origine delle stesse è incerta. Importantissima è testimonianza di un diacono lucchese, Leobino e risale al XII secolo. La leggenda si mescola alla storia, anzi, alle storie poichè della leggenda di Leobino esistono diverse testimonianze in codici miniati antichi sparsi tra le biblioteche. La storia della Croce di Lucca e di Leobino è illustrata all’interno della chiesa di San Frediano negli affreschi cinquecenteschi realizzati da Amico Aspertini nella Cappella di Sant’Agostino.
Il vero Volto Santo di Cristo riappare a Lucca dopo settecento anni.
A trovare la scultura del Volto Santo ci pensa settecento anni dopo Nicodemo, un Gualfredo, vescovo della Gallia Cisalpina, in pellegrinaggio a Gerusalemme. Il vescovo durante il sonno, aveva avuto la visione di un angelo che lo invitava presso la casa un tale Seleucio che conservava un’immagine del Redentore. Fu l’angelo a dire che l’opera era stata scolpita, si da Nicodemo, ma questi non riuscendo a scolpire il volto in modo adeguato, era stato guidato direttamente da Dio. Gualfredo fa costruire una nave a forma di Arca per inviare la reliquia a Roma. Il crocifisso è chiuso in una cassa di legno senza indicazioni né rilevanti decori. La Provvidenza divina spinge la nave che approda prima a Luni.
Siamo nel 742 d.C e la nave misteriosa resta ferma nel porto per alcuni giorni. Tutto tace fino all’arrivo di un altro Angelo divino. Questa volta appare al vescovo di Lucca, Giovanni.
Il Vescovo viene informato della presenza della reliquia che si impegna a far arrivare a Lucca.
La chiesa di San Frediano a Lucca racconta il mistero del Volto Santo e del sangue di Cristo.
La Croce di Lucca conteneva, all’epoca dell’arrivo a Lucca, due ampolle di vetro che contenevano il sangue del figlio di Dio. Una delle ampolle, però, resta alla città di Luni. Il Vescovo Giovanni pensò bene di pagare così il pegno per portare a Lucca la croce. I Lunesi ci ripensano e reclamano la Croce, Allora Giovanni, lega la scultura lignea ad un carro di buoi che, lasciati liberi, decideranno il destino della reliquia. La coppia di animali scelsero provvidenzialmente Lucca.
La croce con la vera ed autentica immagine del Volto Santo, scolpito da Nicodemo, arriva a Lucca. Ma le sorprese e i fatti misteriosi non cessano di manifestarsi. La reliquia, infatti, è prima custodita nella chiesa di San Frediano ma da qui scompare quasi subito per riapparire in un giardino adiacente alla Cattedrale di San Martino. E’ qui che si conserva ancora oggi la Croce di Lucca.
Gli affreschi del pittore Amico Aspertini illustrano il lungo viaggio della Croce di Lucca.
Non sappiamo se la storia della sparizione della scultura dalla chiesa di San Frediano sia solo una leggenda. Fatto sta che nella stessa cappella di Sant’Agostino si trova la tomba del Vescovo Giovanni. Si, proprio lui. La cappella è stata decorata nel Rinascimento con pitture ad affresco dall’artista emiliano, Amico Aspertini, tra il 1508- 1509.
Nelle mani dei cavalieri Crociati a Lucca vi sono le più sante reliquie della cristianità. Tutte legate insieme da un filo: la Sindone, le ossa di Nicodemo, discepolo di Gesù e la Croce di Lucca con il Volto Santo ed il sangue. Storie e leggende che coinvolgono Firenze a Gerusalemme, poi Pisa ed infine Lucca. Immaginiamo la forza evocativa ed il pathos che la città toscana avrà avuto per il mondo cristiano medievale.
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Alfonso D’Orsi