Girolamo Savonarola il profeta di Firenze

Tra carestie e crisi politiche, Savonarola riveste a Firenze il ruolo di leader delle idee repubblicane e promesse messianiche. Savonarola fu un santo o un eretico?

Savonarola era un frate domenicano, esercitò in vari diocesi e città come predicatore e dotto filosofo. Non era di Firenze ma di Ferrara, si trasferì nel 1489 a Firenze dietro richiesta di Lorenzo il Magnifico e visse nel Convento di San Marco, situato nella Via Larga vicino alle case dei Medici. Fu Priore del Convento fino all’ultimo momento della morte avvenuta nel 1498, il Convento di San Marco è il luogo in cui si svolge tutta la parabola del frate profeta. Fra Girolamo è una figura importante e temuta, basti pensare che Lorenzo il Magnifico, in punto di morte, lo volle come confessore. La predicazione di Fra Girolamo, però, in pochi anni si fece accesa e violenta contro il potere del Papato e i costumi della corte medicea. Scomunicato dal Vaticano e dichiarato ribelle dalla Signoria di Firenze, Savonarola viene catturato nel Convento di San Marco e giustiziato come eretico pochi giorni dopo in Piazza della Signoria.

Nel Museo di San Marco si conservano le reliquie di fra Girolamo e si può conoscere l’arte fiorentina al tempo di Savonarola

Oggi è possibile visitare gli ambienti originali e gli oggetti appartenuti a Savonarola ancora conservati a San Marco e seguire un itinerario su Savonarola. Nel Convento di San Marco esiste un vero museo dedicato a lui che raccoglie ritratti, reliquie e manoscritti. L’influenza di Savonarola toccò anche molti artisti fiorentini suoi contemporanei. Parallelamente si sviluppò una scuola di pittura all’interno del Convento di San Marco; Fra Bartolomeo è l’artista leader di questo movimento, molte opere di questi artisti sono oggi ancora conservate nel Museo di San Marco

Girolamo Savonarola è un personaggio chiave per capire lo spirito politico di Firenze tra Quattrocento ed Ottocento

A Firenze si crea un rapporto tra l’anima originale ed intellettualistica di fra Girolamo e la cultura della corte medicea di Lorenzo. Parlare di Savonarola è stato vietato per lungo tempo, sia in vita che dopo la morte. La sua memoria è combattuta: c’è chi lo ha visto come un eretico, un leader spirituale, e chi lo ha considerato addirittura un santo. Il suo forte messaggio va oltre il contenuto religioso e tocca il cuore del problema politico dell’Italia Rinascimentale.

L’Inquisizione e il rogo degli eretici

Savonarola viene condannato a morte perché rifiuta obbedienza al Papa, inoltre, dedica enormi sforzi lottando contro la corruzione del clero, in ultimo, si scaglia contro la società fiorentina colpevole di costumi mondani e pagani. Fra Girolamo è sopra tutto un personaggio scomodo, ad un certo punto della storia politica di Firenze, tra la cacciata dei Medici e la Repubblica, riveste un ruolo politico che rischia di coinvolgere il potere delle famiglie aristocratiche che vogliono sostituirsi al vuoto lasciato dai Medici. A Firenze chi ha avuto il potere tra fine Quattrocento e Cinquecento ha dovuto confrontarsi con le idee di rinnovamento e libertà del Savonarola.

Negli anni in cui Savonarola predica a Firenze i Medici vengono espulsi dalla città nel corso di una rivolta popolare

Savonarola vive gli anni di crisi politica della città, tra la cacciata di Piero de’ Medici, figlio di Lorenzo, il passaggio in Firenze del re di Francia, Carlo VIII che con le sue truppe aveva preso momentaneamente il controllo della città e la la nascita di un nuovo Governo popolare e repubblicano. Il futuro di Firenze era in quegli anni incerto. Savonarola si scaglia proprio contro quei protagonisti che a Firenze stavano governando da tiranni anteponendo il bene privato al bene pubblico del popolo e della città. Savonarola cavalca e domina l’antica tradizione comunale dei fiorentini mettendoli contro la politica dei Medici. Non è un caso che proprio in quegli anni il popolo si ribella a Piero de Medici, saccheggiando il palazzo e cacciandolo dalla città.

Le prediche di Savonarola, tra San Marco e piazza della Signoria, furono l’attacco più sincero contro un sistema di potere dell’epoca avverso alla libertà civile ed ai valori cristiani.

Savonarola si scaglia contro gli eccessi e le sfumature di un paganesimo vissuto quotidianamente dai Medici e dai loro sostenitori. Per il frate ferrarese cultura e bellezza si mescolano al peccato e alla falsità di un regime chiuso ed oligarchico. Per questo motivo i suoi seguaci, i piagnoni, per lo più fanciulli ed adolescenti, vanno per Firenze sequestrando tutti quegli strumenti di vanità: gioielli, quadri, addirittura parrucche, per poi bruciarli pubblicamente nelle piazze. La sua condanna a morte, però, è il risultato dello scontro con il papato di Rodrigo Borgia, il papa simoniaco. Questi mette al bando la città di Firenze e scomunica Savonarola ed i suoi seguaci. E’ un colpo che Firenze non può sopportare, sopra tutto, i mercanti fiorentini che non possono essere isolati. Savonarola perse così l’appoggio di gran parte dei fiorentini.

1498 l’anno in cui la vita di Savonarola termina nel rogo in piazza della Signoria

Savonarola fu giustiziato nel 1498 in piazza della Signoria, impiccato ed il suo corpo bruciato pubblicamente sul rogo. La città fu divisa tra chi avrebbe voluto salvarlo e che, invece, si scaglio contro di lui con violenza. La sua vicenda politica e spirituale ebbe nel Cinquecento una eco enorme, specie nei conventi e in quei protagonisti, riformatori ispirati da lui che rivendicavano una riforma religiosa; la fede in Savonarola si riflette anche in donne mistiche definite “sante vive” che subivano le stimmate come dono del Signore, queste si facevano eredi e portatrici del messaggio del frate.

Savonarola diventa teorico ed esteta giudicando l’Arte del Rinascimento e coinvolgendo Sandro Botticelli e Michelangelo

La diffusione delle sue idee morali e teologiche si diffusero velocemente attraverso la stampa, grazie a Lorenzo Violi che veicolò il pensiero del frate con una velocità mai vista prima a Firenze. La fortuna della eredità religiosa di Savonarola è anche negli ambienti emarginati, socialmente isolati di Firenze. L’eredità spirituale di Savonarola continuò anche in certi religiosi, frati di San Marco che continuavano a credere e predicare il messaggio mistico di fra Girolamo. Molti furono gli artisti del suo tempo che restarono impressionati dalle sue prediche, tra questi, il Botticelli che diede una violenta e riflessiva sterzata al suo stile negli ultimi anni di pittura. Il grande Michelangelo, inoltre, si avvicina anche lui alle idee religiose del frate Girolamo sposando insieme un rinnovato animo repubblicano.

Savonarola diventa nell’Ottocento un profeta civile nelle nuove idee dell’Italia Unita

Savonarola è il simbolo ribelle ed inquieto della antica libertà comunale di Firenze sottomessa al potere assoluto e nell’Ottocento, tra Risorgimento e Unità d’Italia, gli ideali di libertà del Cinquecento di Savonarola ispirarono storici moderni e pensatori che riportarono alla memoria degli italiani un Savonarola come modello di ispirazione morale. Un profeta civile, così come lo definì lo storico, Pasquale Villari, che proprio a Firenze dedica numerosi studi alla memoria del profeta. Se sei interessato ad approfondire questa storia e visitare i luoghi fin qui descritti, partecipa alla visita guidata al Convento di San Marco.