Moda del Rinascimento a Firenze
A Firenze nel Rinascimento esisteva una moda maschile e femminile con elementi e tessuti per le stagioni d’estate e inverno. La Moda a Firenze nel passato aveva quasi le stesse dinamiche della moda di oggi ma con significati misteriosi che si celano nei colori e negli accessori. In questo articolo ti parlerò dei tessuti, dei colori e di altre curiosità.
Scopri la Moda del Rinascimento nei Musei di Firenze
Nella galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina dei Medici di Firenze sono esposti moltissimi ritratti di uomini e donne del Rinascimento che sfoggiano vesti e abiti sfarzosi, simbolo di Status Sociale e Religione. Attraverso questi dipinti è possibile seguire un viaggio nella storia della Moda e del Costume fiorentino. Non solo Firenze, molte opere d’arte ci mostrano anche la moda Veneziana, Milanese e Spagnola del Rinascimento. Se ti appassiona la Moda e vuoi conoscere la sua Storia, prenota un Tour esclusivo.
Come si Vestivano le donne del Rinascimento fiorentino
A Firenze, ad esempio, se guardiamo il celebre dipinto di Sandro Botticelli, “ La Primavera”, restiamo abbagliati dalla sensualità delle donne qui rappresentate con vesti ricamate con intrecci di fiori e piante, altre, indossano veli quasi trasparenti. Non era questa la realtà della moda fiorentina, almeno non per tutte. Le donne del Rinascimento indossavano principalmente la Cotta e Giornea: una veste o camicia, coperta da una sopra veste che in inverno era la Gamurra o Camora. La Camora era una veste lunga molto diffusa.
La cotta e Giornea: Vestiti femminili tradizionali
la Cotta e Giornea: una veste o camicia, coperta da una sopra veste che in inverno era la Gamurra o Camora. La Camora era una veste lunga molto diffusa. La Camora copriva tutto il corpo e aveva uno scollo mediano, con ampie maniche che copriva il corpo, con punto vita rialzato. Con l’introduzione della moda spagnola a metà XVI secolo, la camora iniziò ad avere sbuffi e maniche arricciate a lattuga, come vediamo qui sotto nella splendida figura di Eleonora de Toledo. Anche la Cioppa era parte fondamentali degli abiti femminili. Spesso si sovrapponeva alla Gamurra, come un mantello.
Agnolo Bronzino, Ritratto di Eleonora de Toledo, Firenze
Se osserviamo qui sotto questo dipinto di Antonio del Pollaiolo vediamo una nobildonna toscana che indossa la Camura, che qui si trasforma in un trionfo di Velluto, Oro e Broccato La veste è confezionata in pregiatissimo velluto broccato, bianco sul petto e rosso sulle maniche . I motivi floreali e vegetali in rilievo che rivestono sopra tutto le maniche, sono realizzate con fili di seta e oro e sono dette “a broccatello”
Antonio del Pollaiolo, Ritratto di donna, Berlino
L’influenza dell’arte sulla moda del Rinascimento
Molti dipinti antichi ci parlano di abiti, gioielli, ed acconciature ma alcuni nascondono simboli e significati per noi totalmente sconosciuti. Le ninfe di Botticelli nella Primavera, ad esempio, indossano abiti esclusivi e misteriosi. Le acconciature dei capelli sono libere e sciolte. Le donne non indossano la tradizionale cuffia o la crocchia come invece troviamo in altri ritratti dell’epoca. Si tratta di allegorie mitologiche e neo platoniche.
La Primavera di Botticelli e le Vesti Tradizionali
La bellezza delle donne di Botticelli è unica ma non sempre ci parla di realtà. I vestiti trasparenti svolazzanti, cuciti di fiori non ci rappresentano la tradizione. E’ importante sapere che esistevano delle regole scritte che stabilivano cosa si poteva indossare e che cosa non era giusto esporre in pubblico. Si tratta delle Leggi Suntuarie: un vademecum della moda ufficiale che valeva per tutti, ricchi e poveri.
Sesso, status sociale e religione determinavano la moda del passato.
Le leggi Suntuarie e la Moda fiorentina
La Moda a Firenze è ricchezza e prestigio. Ad ogni colore corrisponde un significato, Ogni tessuto ha un indice di prezzo ed importanza. Fai un viaggio nella Moda visitando gli Uffizi e la Galleria Palatina dei Medici
Le leggi suntuarie intervenivano per regolare ad esempio le scollature delle signore, la lunghezza dei veli e degli strascichi. Anche i colori nella moda avevano un loro importante significato. La Chiesa entrava a gamba tesa nel determinare rigidi modelli da seguire, ad esempio, le donne non sposate non potevano indossare il velluto e damasco. La ricchezza non doveva essere ostentata per non confondere il popolo.
Filippo Lippi, Doppio Ritratto, New York
L’impatto delle leggi suntuarie sulla sulla moda di Firenze
Le autorità fiorentini del XIV e XV secolo condannavano non soltanto i vestiti corti ma anche certi abbinamenti di colore e lo sfoggio del lusso, soprattutto nei bambini. Fioccano le multe. I ricchi sono sempre stati avvezzi a sorpassare le regole, pertanto le autorità fiorentine stabilirono che le infrazioni delle regole suntuarie del decoro fossero punite con pene pecuniarie.
I bambini non potevano sfoggiare indumenti decorati con oro e accessori che ostentavano ricchezza e prestigio. Anche le prostitute avevano un codice di riconoscimento che veniva proprio dagli abiti e dai colori che indossavano. Le prostitute dovevano essere perfettamente riconoscibili grazie a un velo di colore giallo apposto al collo o annodato tra i capelli. Questi non potevano indossare cinture, bottoni e accessori di pregio come argento e oro. Il rosso, il viola e i tessuti bicolori erano sconsigliati.
La Moda stravagante dei giovani del Rinascimento
La voglia di distinguersi, di creare mode alternative e tendenze è una pratica viva anche nel Quattrocento. Mentre gli uomini maturi coprivano la testa con un berretto e il corpo sovrapponendo un mantello con cappuccio il Farsetto, i giovani disobbedirono spesso alle leggi suntuarie. “I Giovinozzi” portavano il Giubbotto (farsetto) corto lasciando l’ombelico scoperto. Le calze non allacciate, anzi aperte ai lati “ fesse” di colori diversi, non attaccate al busto, lasciando in vista le braghe. Esporre in questo modo il corpo, succinto ed evidenziato, esponeva i giovani alle aspre critiche delle autorità religiose, come si legge nelle famose prediche di San Bernardino da Siena.
II Fiori nei Capelli: simbolismo e tradizione
Non sappiamo se le immagini che ci arrivano dai dipinti di Botticelli siano veri ritratti e non volti frutto di un delirio di bellezza e sensualità. Tuttavia restano una immagine di una sensualità e grazia inarrivabili. I capelli raccolti in queste ghirlande di Fiori non sono opera di fantasia. Già prima prima di Botticelli, fanciulle con fiori nei capelli sono fin troppo celebrate in Giovanni Boccaccio, poi dal poeta del Rinascimento Agnolo Poliziano.
Queste fanciulle, “accostumate” intrecciano i loro capelli con fiori freschi, cosi simboleggiano la loro freschezza verginale; altre si abbellivano foglie e ramerino anche se agli occhi delle donne anziane, parevano “ degli spiedini di Agnello”
Le Acconciature femminili del Rinascimento
Le donne con i capelli raccolti a treccia, invece, sembrano evocare un’antica iconografia dell’Imperatrice Faustina. Una crocchia di capelli cinge la fronte di questo volto femminile che ha sovrastato i secoli per tornare prepotente nella mente del grande Michelangelo Buonarroti che non sdegna, anzi, sembra amare particolarmente questa pettinatura. I volti delle sue Vergini e Sibille hanno questo tipo di annodare i capelli.
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Come si vestivano gli uomini nel Rinascimento
Gli uomini del Quattrocento indossavano lunghe calze, attaccate al Farsetto, o ad un piccolo pantaloncino. Se le calze coprivano anche i piedi erano dette “solate”. Sono le tipiche calzamaglie a fasce bicolori che troviamo in molti dipinti antichi. Portare le calze allacciate, aderenti era la legge mentre una calza pendente o non aderente era sinonimo di trascuratezza.
Filippino Lippi, Dettaglio Adorazione dei Magi, Firenze
Il Faresetto e la Brachetta: virilità e potere
Il Farsetto era un elemento primario della moda maschile. A coprire il pube ci pensava la brachetta, una conchiglia che per decoro e protezione, si ostenta nei ranghi più ricchi, decorata e massimamente posta in risalto come sinonimo di virilità. Gli uomini che ricoprivano ruoli di responsabilità politica o socialmente benestanti, portavano un mantello di sopra al busto. Altri portavano la Guarnacca, una veste stretta in vita, aperta ai lati, senza maniche, spesso di Damasco rosso. Completano la foggia e il Becchetto.
Lo Zuparello Era un particolare Giubbetto maschile di moda nel Quattrocento, di solito si usava per andare a cavallo, di foggia cortissima e maniche gonfie che copriva il braccio fino al gomito.
Berbardino Licino, ritratto virile
Tessuti pregiati del Rinascimento
Quando si parla di moda a Firenze bisogna parlare di tessuti: lana e sete. La città toscana fu soltanto uno dei più grandi centri di produzione di tessuti sparsi in Italia. Ancora oggi passeggiando per le strade di Firenze si possono vedere gli antichi palazzi dell’Arte della Lana e il quartiere dei tessitori. Sapevi che a Firenze esiste ancora l’Antico Setificio dove si producevano questi Tessuti? Scopri il Setificio
I coloranti più usati erano i seguenti: Chermes, per ottenere il rosso acceso, rosso cremisi. Veniva estratto dall’insetto coccus ilicis, un parassita della quercia, proveniente dalla Sicilia, Sardegna, Francia meridionale, Africa settentrionale, e dal Medio Oriente
Robbia, per ottenere un rosso aranciato. Veniva estratto dalle radici della rubia tinctorum, pianta dell’Europa meridionale, coltivata in Lombardia, Romagna e Toscana. Usata per lana, seta, cotone.
Il ruolo dei Colori pregiati
E poi c’era il colore nero che era simbolo di ricchezza, perché un buon nero profondo, che rimaneva tale nel tempo senza stingere, richiedeva un lunghissimo procedimento per la tintura, e doveva anche essere passato attraverso bagni di fissativi. Un buon tessuto nero era quindi molto costoso. Si otteneva con bagni successivi di azzurri, rossi e gialli (per un risultato più stabile), o con una miscela di galle, gomma arabica, limatura di ferro.
Agnolo Bronzino, ritratto di Ugolino Martelli
L’impiego dell’Oro nella Moda fiorentina
Broccatello: ha un fondo raso creato da una trama lanciata di seta, mentre l’opera in rilievo è ottenuta da una trama di lino; i fili di seta possono essere intrecciati con l’oro. Broccato: è un tessuto decorato da brocchi (gruppi di filo sollevati, o “ricci”, che possono essere di altezze diverse): alla trama rasa del fondo vengono introdotte una o più trame supplementari, o con filo metallico in oro o argento, o con filo di seta, lana, lino o cotone, per creare disegni. Damasco: è un tessuto di un solo colore, in cui il disegno operato opaco su fondo lucido viene introdotto su entrambe le facce.
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Testo di Alfonso D’Orsi
Bibliografia
Il Banco Medici, De Roover. 1988
Un industria di lusso al servizio di un grande commercio, Sergio Tognetti. 2002